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COMUNICATI
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6 MAGGIO 2007

Convegno internazionale
“Toscanini e la direzione d’orchestra nel suo tempo”
 
Si è conclusa la tre giorni di studi
che ha portato a Parma i massimi studiosi di Toscanini.
 
 
Una copertina della rivista “Life” lo paragonava alle star più popolari dello sport americano. Questo era Arturo Toscanini alla fine degli anni ’30: non solo il più celebre direttore d’orchestra del mondo, ma un fenomeno mediatico. 
Ne ha parlato Marco Capra, presidente della Casa della Musica, in occasione del convegno internazionale “Arturo Toscanini e la direzione d’orchestra del suo tempo” che si è concluso SABATO 5 MAGGIO a Palazzo Cusani. Una tre giorni di studi alla quale hanno partecipato relatori provenienti da prestigiose università europee: un’occasione unica per esplorare l’ambiente culturale, musicale e artistico entro cui si è formata e affermata la personalità del grande Maestro parmigiano.
Il convegno, evento di punta tra le iniziative del Comitato Celebrazioni Arturo Toscanini 2007, è stato organizzato dalla Casa della Musica in collaborazione con la Sezione di Musicologia dell’Università di Parma diretta da Francesco Luisi.
Sul podio della NBC Symphony Orchestra, appositamente creata per lui dalla radio di New York, Toscanini  < rappresentò l’incarnazione dell’idea stessa di direttore d’orchestra  e oggi – ha spiegato Capra - appare evidente quanto i mezzi di comunicazione abbiano contribuito a fissare quella dimensione storica che tutti, fin dai primi decenni del ‘900, gli hanno riconosciuto>.
La direzione d’orchestra – come ha ricordato Ivano Cavallini dell’Università di Palermo – è diventata un’arte autonoma grazie a mutamenti epocali: la separazione del dirigere dalla prassi strumentale e dal comporre, l’uso della bacchetta, la posizione universalmente accettata del direttore dinnanzi all’orchestra e ai cantanti, l’imposizione del direttore-concertatore senza sdoppiamenti, la formazione del repertorio operistico e sinfonico che si fa canone estetico, la nascita di nuovi media, ecc. .  In tale contesto svetta, all’insegna del rigore e del rispetto letterale del testo scritto, la figura di Toscanini ma è specialmente nelle registrazioni delle opere verdiane che il Maestro dà prova di adesione alla volontà del compositore perché -  come ha osservato Claudio Toscani dell’Università di Milano -  diverso e più libero fu l’approccio di Toscanini alle partiture dirette in teatro.
Ai lavori del convegno hanno assistito i nipoti del sommo direttore: Emanuela di Castelbarco e Walfredo Toscanini. E’ inoltre intervenuto Bruno Bartoletti, direttore musicale del Teatro Regio di Parma e direttore artistico della Lyric Opera of Chicago.
Il musicologo Gian Paolo Minardi si è soffermato sul rapporto Toscanini-Pizzetti nel quadro dell’interesse che il Maestro nutriva per gli autori contemporanei italiani. Netta la scelta di Toscanini, che predilesse Respighi e ancor più il parmigiano Pizzetti, mentre < Casella e Malipiero furono praticamente ignorati >. Toscanini diresse alla Scala le prime pizzettiane di “Debora e Jaele” (1922) e “Fra Gherardo” (1928), tuttavia nel 1933 le carriere dei due musicisti si separarono. 
Delle famose “prove” di Toscanini, del suo particolare modo di lavorare con l’orchestra, ha parlato lo storico della musica Gustavo Marchesi riferendosi anche alla testimonianza del violinista Ermanno Marchesi che in gioventù suonò con Toscanini e fu poi autorevole docente al Conservatorio di Parma. Toscanini e Sibelius, Toscanini e Beethoven, Toscanini e Mozart: questi e molti altri i temi trattati durante il convegno di cui verranno pubblicati gli atti per i quali vi è grande attesa in ambito musicologico.